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martedì 25 ottobre 2016

NBA COUNTDOWN: -1

Ci eravamo lasciati alla tripla di Irving in gara7 ( sapevate che in Ohio hanno fatto delle zucche per Halloween ritagliate nell'istante preciso del rilascio di Kyrie?), al pianto di Lebron che fa venire alla memoria, per chi lo ha vissuto, il pianto di MJ nel 96' dopo la morte del padre assassinato. Un'estate lunga, con il Draft, la Free Agency che ha mosso un po' gli equilibri della lega, e l'immancabile Olimpiade. Un Draft 2016 che ha visto rinforzate parecchie squadre , che era da tanto che aspettavamo all'arrivo di un obiettivo che inseguono da anni. Prima su tutte Minnesota, che non arriva ai playoff dalla stagione 2003/04 , e che dopo molti alti e bassi, e altrettante ricostruzioni, inizia questa stagione con buoni auspici:
Risultati immagini per tom thibodeau timberwolves- un grande coach, come Tom Thibodeau , che può dare solidità alla squadra , far crescere i tanti talenti che hanno i T-Wolves, migliorare il suo marchio di fabbrica, la difesa. Un coach che ormai è considerato esperto nella lega, può senz'altro dare una marcia in più ai Lupi per ritornare finalmente ai playoff e giocarsela con gran parte della conference.
-abbiamo parlato di talenti, e ce ne sono tanti, alcuni dei veri e propri potenziali fenomeni. Towns su tutti, che viene da una stagione da rookie giocata in maniera divina, da farti lacrimare gli occhi per quanto gioca bene. Sa fare tutto: ha una mano così dolce che il cioccolato e le caramelle in Inghilterra non valgono alcunchè; un grande range rispetto agli altri centri, che gli permette di essere pericoloso ovunque. Inoltre, se il difensore sbaglia il recupero, lui ti punisce con un primo passo dal palleggio che ti fulmina. Poi c'è anche l'altra prima scelta , del Draft 2014, Andrew Wiggins, giocatore con enormi potenzialità , pericoloso soprattutto con i piedi dentro la linea da 3, ma che è comunque temibile da lontano. Ciò che ha colpito di più è stata la sua maturità, il suo maggior controllo del gioco avuto nella scorsa Regular Season che ne fanno una pedina imprescindibile del quintetto base.
Risultati immagini per minnesota timberwolves team 2016Altri giovani interessanti sono Lavine e Dunn , scelto con la 5 in estate. Due giocatori molto atletici: il primo lo conosciamo soprattutto grazie alle schiacciate all'All Star Week, il secondo lo conosciamo solo al college. Dunn è un giocatore potente e atletico, bravo a creare con la palla in mano, attaccante sia in transizione che dal pick and roll.
- un'ottima panchina, formata da Rubio/Dunn, Dieng, Pekovic, J.Hill, Bjelica, Muhammad e Rush. tanti punti nelle mani , tanta esperienza per dare un aiuto ulteriore ad un buon quintetto di partenza.

I T'Wolves arriveranno ai playoff? questo non lo so, non voglio fare pronostici. Ma sappiamo quanto è agguerrita la Western Conference per gli ultimi posti nella Postseason , e Minnesota sicuramente lotterà perchè ci sono tutti i presupposti per fare una buona stagione.

Protagonisti di un' euforica estate sono sicuramente i New York Knicks. Con un pizzico di esperienza in più rispetto ai T'Wolves, i Knicks si giocano tantissimo in questa stagione da dentro ( nella lotta al titolo) e fuori ( dalla lotta per i playoff). Sono innumerevoli gli scenari che si possono immaginare per la stagione dei Knicks, ma ci concentreremo su ciò che è ed ha la squadra in questo momento:
- il punto di partenza è rappresentato da Anthony. Lo conosciamo, tantissimi punti nelle mani, qualche egoismo di troppo, qualche contraddizione nella sua personalità ( vuole vincere o vuole stare dove ci sono i soldi?). Come giocatore non si discute , o quasi, però possiamo discutere su ciò che c'è attorno a lui, che probabilmente è più importante
Risultati immagini per new york knicks team 2016- dai Bulls sono arrivati Rose e Noah, due giocatori che aggiungono , sulla carta, maggior qualità rispetto a Robin Lopez e Calderon . Fin qui si potrebbe pensare " ah, bella Free Agency, i Knicks sono in lizza anche per i posti centrali dei playoff", ma c'è da fare un quadro più ampio e approfondito: Rose e Anthony sono due "mangia-palloni", possono tenere troppo la palla, sprecando tanti secondi sul cronometro, rendendo l'attacco sterile e prevedibile, inducendo se stessi e la squadra a prendersi brutti tiri per qualità. Il filo conduttore potrebbe essere Noah, uno di quei giocatori che in ogni secondo in cui sta in campo fa qualcosa , anche se può essere inutile, ma dà tutto quello che ha. Compensa i suoi limiti tecnici con un continuo correre e far movimento, bloccare, andare a rimbalzo, correre in contropiede con o senza la palla. Sarà lui nei momenti in cui l'attacco è in difficoltà a dare una soluzione con qualche consegnato o pick and roll.
- dalla parte oscura ( oscura perchè non sappiamo cosa potrebbero fare Melo/Rose e perchè se esiste un male nei Knicks, potrebbero provocarlo loro) passiamo alla parte splendente del roster. Splendono le qualità di Porzingis, lungaccione di 2 metri e 21 che sa fare tutto. Potrebbe essere penalizzato nelle prestazione e relegato a terza scelta offensiva, ma sicuramente farà bene in questa seconda stagione NBA. A completare il quintetto c'è Courtney Lee che prende il posto di Afflalo: tecnicamente cambia poco dato che sono due giocatori abbastanza simili, ovvero bravi nel catch and shoot ( forse più completo Afflalo che poteva mettere spesso palla a terra)
- la panchina è un po' povera di talento: Jennings dalla panchina potrebbe dare dei buonissimi strappi alla partita, mentre il resto, formato da Thomas, O'Quinn, Hernangomez, Holiday non hanno tanti punti nelle mani.

Questa è senza dubbio una stagione in cui i Knicks decideranno se stare al tavolo delle migliori della Eastern Conference, o stare nello stesso tavolo , oppure uno molto vicino , a quello dell'altra parte di New York

Dopo 4 stagioni di fila senza playoff, sempre quinti nella propria Division, ma con un record sempre in crescendo , è arrivato il momento per i Magic di tornare ai non remotissimi "fasti" con Dwight Howard:
- dopo le gestioni di Vaughn e Skiles (quest'ultimo dimessosi in estate) , arriva un coach preparato come Frank Vogel che ha nella sua difesa il punto di partenza. E questa non è una via del tutto sbagliata vedendo il roster e soprattutto il reparto lunghi.
Risultati immagini per ibaka orlando- la prima cosa che si nota di Orlando è quel 17 milioni di dollari all'anno che il Signor Bismack Biyombo percepisce, 6 in meno di Curry per intenderci ( ma questa è storia lunga ). Il quintetto non avrà tra i protagonisti Oladipo , passato ai Thunder, ma sarà formato da Payton e Fournier come piccoli, il primo bravo a gestire il gioco , prendere rimbalzi e soprattutto con quella sua mano morbida a dare ottimi palloni, invece il francese dovrà ripetere l'ottima stagione passata . Jeff Green è uno dei pezzi offerti dalla Free Agency, grande attaccante sia in situazioni rotte che in campo aperto : tuttavia, dopo essere stato "sbattuto" di qua e di là nella lega negli ultimi due anni, deve ritrovarsi se vuole prendere in mano la squadra come faceva ai Celtics. Il reparto lunghi è stato molto rinforzato con l'arrivo di Serge Ibaka da OKC. Con Vucevic forma una coppia che si completa l'un l'altra, con Ibaka che nel corso delle ultime stagioni ha ampliato sempre di più il suo range di tiro, diventando un affidabilissimo tiratore dall'angolo. Vucevic, affidabile fino alla media distanza, non è mai stato un grande realizzatore , ma un giocatore da vicino e da post basso. Per quanto riguarda la parte difensiva, sarà difficile per gli avversari andare nel pitturato a cercare punti contro Ibaka e Vucevic ( e soprattutto Biyombo).
- i talenti da vedere sono , oltre a Payton , Mario Hezonja ed Aaron Gordon. Il primo l'ho visto giocare dal vivo a Torino, e vi assicuro che pur giocando come se la partita non gli importasse , ha una qualità immensa. Non sarà nel quintetto base probabilmente , ma darà una grossa mano . Aaron Gordon lo conosciamo specialmente per le schiacciate incredibili all'All Star Week; è un giocatore atletico e molto potente nel pitturato che sta prendendo sempre più fiducia nel suo tiro.
-la panchina è molto lunga: da Hezonja e Gordon, passiamo a D.J. Augustin , playmaker con tanti punti nelle mani e tiratore affidabile; Watson ,Rudez e Meeks come giocatori di una certa esperienza nella lega; e poi c'è lui, Biyombo. Sarà lui un po' l'ago della bilancia anche della rotazione ( non mi sorprenderei di vederlo partire in quintetto base più in là). Lo abbiamo visto nella Postseason essere un fattore per i Raptors non solo nella fase difensiva, prendendo tutto ciò che usciva dal ferro, stoppando tutti coloro che entravano nel pitturato, ma anche in attacco sul pick and roll.

Non saranno proprio Magic, ma la squadra c'è finalmente. C'è tanto da lavorare ma la via è quella giusta.

lunedì 24 ottobre 2016

EUROLEAGUE REVIEW: WEEK #2


Giornata d'Eurolega aperta dai Reds di Atene e l'Efes di Velimir Perasovic, entrambe a secco dopo le batoste rimediate in Spagna a Madrid e a Vitoria. Partita senza storia sin dall'inizio, il fattore campo si fa sentire eccome al Pireo e l'Oly inizia molto più sciolto dei turchi, mette a segno il parziale decisivo e controlla senza patemi fino alla fine.È palese ci siano problemi di carattere strutturale più che mentale per la squadra di Perasovic, nonostante in teoria vi siano gli interpreti per recitare buone partite seguendo i dettami tattici del coach croato. La tenuta difensiva lascia tremendamente a desiderare, ora più che mai il calo atletico di un signor difensore come Dunston si fa sentire, e i vari Honeycutt e Thomas non riescono a schermare a sufficienza le carenze nella propria metà campo di Heurtel/Cotton. Molto meglio il talentino Cedi Osman, i cui diritti appartengono ai Cavs campioni NBA, con una prestazione da 22 punti e di notevole solidità. Per quanto riguarda i Reds, li attendiamo al varco, ovvero per le partite al di fuori di Atene, subito dopo aver ospitato Milano. Solita clamorosa partita in attacco per uno dei migliori specialisti in Europa, Matt Lojeski.

OLYMPIACOS PIRAEUS- ANADOLU EFES 90-66
MVP: VASSILIS SPANOULIS



Milka nuova partnership del Real.
Restando in tema di specialisti offensivi, impressionante la performance di Jaycee Carroll alla Nokia Arena di Tel Aviv. E' soprattutto per merito dello yankee con passaporto azero che il Real scava il solco nel primo tempo, prima di subire la rabbiosa rimonta israeliana a inizio terzo quarto. Rimonta che però resta un fuoco di paglia, perché gli spagnoli salgono in cattedra quando conta e tornano in Castiglia con 2 punti. Fatale la sconfitta ad Erez Edelstein, non piú coach dei gialli da poche ore, che paga colpe anche non sue, tra cui la delirante costruzione estiva del roster, aggravata dal mancato arrivo di un 4 al posto del lungodegente Quincy Miller. Chiunque riuscisse a dare un gioco organizzato a questa squadra potrebbe benissimo anche sterminare l'ISIS e rendere simpatico Fernandez. Bella prova di forza del Real, splende la stella di Doncic mentre quella di Ayon sembra decisamente opaca ultimamente. Randolph ancora troppo poco incisivo in questo ruolo piú secondario rispetto a Kuban.

MACCABI TEL AVIV- REAL MADRID 82-89
MVP:  JAYCEE CARROLL



Ci spostiamo alla Brose Arena in Germania per Bamberg-Kazan, avvincente fino alla fine tra due squadre che si equivalgono sul piano tecnico ma giocano un basket molto diverso. L'Unics trova la miglior partita in stagione di Coty Clarke e conduce con autorità il punteggio fino alla bomba di Strelnieks del 75-74, a coronazione di una rimonta in cui Nikos Zisis e Niccolò Melli dispensano basket di altissima qualità. Trinchieri nel post-partita riconosce la poca qualità della sua squadra rispetto al solito ma non nasconde la felicità per la vittoria sofferta, mentre Pashutin rimane scontento e a secco con i risultati. Un peccato, Kazan è tra le squadre con il tasso atletico più alto della competizione ed è sembrata essere una delle squadre meno indietro dal punto di vista fisico, ma ha pagato cali di concentrazione imperdonabili nei momenti decisivi e la stanchezza collettiva determinata da una rotazione a soli 8 giocatori.

BROSE BASKET BAMBERG-UNICS KAZAN 89-86
MVP: NICCOLÒ MELLI

FANBOY ALERT: JAMEEEEEL <3
Piccola gioia personale da simpatizzante Olimpia, Milano espugna Istanbul e porta a casa 2 punti contro il temibile Darussafaka di David Blatt. Gli uomini di Repesa conducono con autorità sin dall'inizio e rispondono bene ad ogni parziale dei turchi. particolarmente precisi al tiro per tutta la serata, rischiano tantissimo con l'antisportivo di Macvan negli ultimi due minuti ma si salvano con la bomba da distanza siderale di Mantas Kalnietis. Paradossale che la vittoria sia arrivata grazie al presunto punto debole di Milano, quel reparto lunghi ritenuto troppi corto e poco atletico dai più (me compreso), e che invece, grazie a Macvan e McLean sugli scudi, ha massacrato internamente e a rimbalzo i turchi. Meno bene gli esterni, troppe palle perse nonostante la miglior media assist della competizione. Lavori in corso per Blatt, la squadra è di talento ma poco equilibrata, manca qualcosa a livello numerico sotto canestro.

DARUSSAFAKA ISTANBUL- EA7 MILANO 80-81
MVP: MILAN MACVAN

Si scrive "Jenkins", si legge " Hustle".
Il venerdì si apre con la sfida dell'Abdi Ipekci Arena tra Galatasaray e Stella Rossa senza tifosi ospiti, memori della morte di un loro compagno di tifo nella trasferta di due anni fa. Partita di parziali da una parte e dall'altra, quello decisivo lo strappa la squadra serba e amministra nel finale con la sicurezza di Jovic. Problemi su problemi per Ataman, la cui squadra non ha minimamente cambiato modo di giocare dall'anno passato, è tra le più statiche e disorganizzate ed ha in Alex Tyus il primo violino offensivo. Basterebbe quest'ultima affermazione a silurare Ataman e spedirlo a Smirne dagli adorabili tifosi del Pinar. Bella prova per i ragazzi di Radonjic, che si dimostrano in grado di fare risultato anche lontano dal fortino della Kombank Arena. La fase offensiva dei biancorossi è migliore di  altre squadre ben più quotate e con ben altri interpreti a disposizione, la palla circola velocemente e la presenza di Jenkins (l'aria di Belgrado gli fa benissimo, tutt'altra cosa rispetto a quello visto a Milano) è un enorme vantaggio per le spaziature e per tenere alta l'intensità difensiva.

ODEABANK GALATASAY- RED STAR BELGRADE 83-85
MVP: MARKO SIMONOVIC


Vittoria di prepotenza dello Zalgiris alla prima partita in Lituania, ne vanno di mezzo i baschi di Andrea Bargnani. Proprio il lungo romano guida la squadra di Sito Alonso nel primo tempo, con il solito immancabile apporto offensivo e con belle giocate in difesa. È nel secondo tempo che Westermann sale in cattedra per Kaunas, semina il panico tra la difesa basca e gestisce i minuti finali in modo esemplare, consegnando a Jasikevicius la prima vittoria in Eurolega. Si può già tranquillamente affermare che il doppio play a queste latitudini funziona eccome, Pangos e Westermann possono giocare insieme e Sarunas in panca può rendere entrambi materiale da contender di Eurolega. Di certo, per strapparli allo Zalgiris il BO sarà bello cospicuo, e quei soldi verranno reinvestiti su qualcuno possibilmente migliore. Programmazione, bitch. Solito bel basket in terra basca, l'identità di gioco non è ancora ben definita come l'anno scorso ma la circolazione di palla è sempre un bel vedere e i giochi a due piccolo-lungo sono sempre di ottimo livello, anche cambiando gli interpreti.

ZALGIRIS KAUNAS-BASKONIA VITORIA 78-73
MVP: LEO WESTERMANN

Il killer dagli occhi di ghiaccio.
Il terremoto in casa Pana successivo alla sconfitta nel derby con l'Oly ha lasciato strascichi, Pedoulakis ha rassegnato le dimissioni e la squadra greca è volata alla volta della Russia senza guida tecnica. Si potrebbe azzardare a dire che sia stata un'ottima reazione da parte dei Greens, ma a pensar male spesso ci si azzecca, e raramente i verdi avevano tenuto questa intensità finora. La partita risulta poco affascinante da un punto di vista tecnico, fatta eccezione per le solite visioni immaginifiche di Teodosic, illuminante a tratti, si trascina in bilico fino alla fine per la tenacia dei greci, duri a morire. È presto per dirlo, ma il CSKA sembra aver perso un po' dello smalto dell'anno scorso, o forse è solo il livello degli avversari a tenere sotto controllo i russi. Adesso per il Pana c'è la trasferta insidiosa a Bamberg, Pascual non avrà tempo nemmeno arrivare e di provare i propri set offensivi che la squadra sarà già in viaggio per la Germania. Poco da sorridere per le vedove di Diamantidis, solo nuvole all'orizzonte. 

CSKA MOSCOW-PANATHINAIKOS 81-77
MVP: ANDREY VORONTSEVICH


La due giorni europei si conclude al Palau di Barcellona, peggior parquet per distacco dei 16 in competizione (proprio esteticamente, dico). I catalani e il Fener rimangono a contatto per tutti e 40', più per disattenzione/mancanza di voglia da parte dei turchi che per abilità dei blaugrana, che pure sono costretti a fare a meno di Doellman sin dalle prime battute. Impressionante la solidità mentale degli uomini di Obradovic, che a turno si prendono cazziatoni clamorosi dal serbo ma nel momento decisivo fanno fronte comune e stringono le maglie in difesa, mandando il Barcellona in enorme difficoltà. Non basta un Rice palesemente ispirato, dall'altra parte Sloukas si riconferma killer silenzioso, Bogdanovic fa il fenomeno (quando si tratta di segnare e non di ragionare) e Udoh giganteggia nella sua metà campo. Non c'è trippa per gatti, questo Fener ha già un posto prenotato per le Final4 in casa, peccato per chi incrocerà la loro strada.

BARCELLONA- FENERBAHCE ISTANBUL 72-73
MVP: KOSTAS SLOUKAS

MVP OF THE WEEK: MILAN MACVAN

L'MVP di giornata è, non ce ne voglia Spanoulis, Milan Macvan. Non basta un antisportivo criminale fischiatogli nelle battute finale a macchiare una prestazione clamorosa del serbo. E pensare che inizialmente non era nemmeno nei piani della società, e che solo il mancato arrivo di Bargnani ha permesso la sua conferma. Non sarà atletico, sarà anche una tassa a rimalzo e in difesa, ma uno con quegli occhi per me potrebbe dominare il mondo.











domenica 23 ottobre 2016

READY TO FLY?


Non è facile. Mi rendo conto di stare per fare considerazioni su una franchigia che nemmeno dovrebbe esistere talmente dalla sfiga che si porta dietro (e vorrei dire, siamo sempre nella terra del Voodoo). Non è facile nemmeno farlo dal punto di vista di un tifoso, come sarei io, perché è impossibile debellare i luoghi comuni riguardo New Orleans, che dopotutto hanno il loro fondo di verità.

Un ciclo si è chiuso a cavallo tra le ultime due stagioni (quando succede non è mai cosa buona), piuttosto che continuare un altro anno con Williams si è preferito puntare subito su Gentry sul pino, nonostante il cap intasato impedisse qualsiasi spazio di manovra e fosse quindi impossibile arrivare a giocatori adatti all'idea di gioco dell'ex-Suns. A dirla tutta, è stato piuttosto ingenerosa nei confronti di Williams la scelta di licenziarlo nonostante i playoff raggiunti nel 2015, e non dev'essere andata molto a genio nemmeno a buona parte del roster, che aveva ormai stretto un solido rapporto d'amicizia, oltre che professionale, con Monty.
Da un punto di vista prettamente tattico invece è stata senz'altro la scelta giusta: la pallacanestro di Williams si può tranquillamente definire "ball hog", termine generalmente usato riferito al giocatore e non all'intera squadra. In sostanza, è un tipo di gioco che tende ad azzerare la fluidità in attacco, incentrare a turno l'attacco su un unico giocatore e costruire sugli isolamenti l'intera manovra offensiva. Oltretutto, e qui non soltanto per demeriti propri, a Monty veniva rimproverata la pessima dimensione difensiva, sia perimetrale che sotto canestro, nonostante il sacrificio di una prima per arrivare ad un lungo con doti di rim protection come Asik. 
Classico esempio di "Palla a Anderson e tutti fuori dai coglioni".

C'era una sorta di garanzia, seppur minima, che il cambio sul pino fosse la scelta corretta, garanzia trasmessa dai recentissimi trascorsi di Gentry, quelli vittoriosi da assistant coach a Golden State. Insieme a Gentry sono arrivati Darren Erman dai Celtics per curare la difesa e Robert Pack da OKC come assistente. Sulla carta, tutte mosse con un senso logico e ben definito, e teoricamente le migliori per porre rimedio alle carenze dell'anno precedente. Ma si sa, il campo è un'altra cosa, le cose non vanno come sperato per via di tantissimi fattori: 

-In primis, la miriade di infortuni che colpisce NOLA fin dall'avvio di stagione e costringe a firmare undrafted e cessi vari (tra cui il povero Bryce Dejean-Jones, swingman da Iowa State, tragicamente morto per un malinteso a giugno), lasciando Gentry costantemente senza il roster al completo.
-L' inadeguatezza e l'inadattabilità di gran parte del roster in un sistema principalmente improntato sull'accorciare i tempi di gioco e concludere l'azione nei primi secondi, una sorta di "Seven second or less" che necessita comunque di ben'altra tenuta difensiva rispetto a quella mostrata dai Pels, nonostante il lavoro di Erman.
- L'impatto di Davis vistosamente calato, una volta portato fuori dal pitturato per renderlo una moderna stretch-four, dimenticando completamente i vantaggi che la dimensione interna di AD garantisce, le second chance sui rimbalzi offensivi e lo strapotere atletico.
Detto ciò, viene spontaneo chiedersi cosa sia cambiato rispetto all'anno scorso,  per poter nuovamente considerare i Pelicans una outsider nella corsa ai playoff. 
Beh, innanzitutto, è cambiato lo spazio di manovra a disposizione. I contratti di Anderson e Gordon sono terminati liberando circa 23 milioni sul cap, che hanno permesso a Demps di affrontare la free-agency con spazio e con le idee ben chiare, condivise da Gentry. Solomon Hill ha firmato un quadriennale a cifre decisamente sproporzionate, anche in una free-agency insensata come l'ultima a livello di cifre; probabilmente con quel contratto Demps si è assicurato di arrivare a Hill (perché scemi che gli offrivano di più non ce n'erano), e Gentry ha avuto il tipo di giocatore di cui aveva bisogno nello spot di 3. Un ottimo atleta capace di giocare anche sotto canestro da lungo atipico così come difendere forte in entrambe le posizioni di ala. Non è ancora anche solo lontanamente possibile definirlo 3&D, ma è un progetto in grado di diventarlo in futuro, se ci si lavorerà sopra. Moore e Galloway nel back-court arrivano per la facile adattabilità all'idea di gioco di Gentry, come profili in grado di garantire tiro e difesa su buoni livelli e gestire la palla senza bloccare eccessivamente il gioco. Jones è per lo più un rattoppo alla delicata situazione alle spalle di AD -che si presume giocherà molti più minuti da 5- e un back-up affidabile in quella posizione era praticamente un must, ed è interessante anche una front-line formata dai due ex-UK, idea tenuta molto in considerazione da Gentry per l'abilità di entrambi di andare a rimbalzo e spingere il contropiede per facilitare la transizione.
Ah già, ci sarebbe anche un Lance a gettone poi.
È cambiato che da quest'anno ci sarà un Buddy Hield in più a roster, giocatore di culto ai Sooners che ha incantato chiunque lo abbia visto giocare almeno una volta. E credetemi, sono felicissimo sia arrivato alla #6 così come sono entusiasta di cosa potrebbe diventare se gli si desse fiducia e spazio, ma per adesso ha solo bisogno di ambientarsi al piano di sopra, giocare i suoi minuti e prendersi tutti i tiri che pensa di poter mettere (oddio tutti tutti no eh, si rischia un bombardamento a tappeto).


Restano due questioni in sospeso: AD è al centro del progetto e intorno a lui vi sono discreti mestieranti, fatta eccezione per Tyreke Evans e Holiday, entrambi in scadenza nel 2017 ed entrambi out per l'inizio di stagione: il primo per un coagulo di sangue formatosi nel ginocchio e il secondo per star vicino alla moglie Lauren che in queste ore dovrebbe subire l'intervento per rimuovere un tumore dal cervello, dopo aver partorito una bambina pochi giorni fa. Personalmente, mi piacerebbe che Evans gestisse la palla in una second unit piuttosto che dall'inizio, anche da point-forward, poiché avrebbe le carte in regola per mettere in ritmo i tiratori e attirare aiuti dal lato debole con le sue skills in palleggio. Un ruolo più da leader e meno da prima donna, responsabilità offensive importanti e confido nel contract year per vedere un Tyreke diverso da quello pallido e deleterio dell'ultimo anno. Per quanto riguarda Holiday, e qua parla anche il fanboy che è in me (piccolo SPOILER, tra non molto apriremo l'angolo apposito per i fanboy), penso debba assolutamente essere il primo portatore di palla e la seconda opzione offensiva. Rimane a mio avviso un giocatore estremamente sottovalutato per l'apporto che riesce a dare both ends, la leadership, l'IQ e la freddezza nei finali.

È curioso ma affascinante che la line-up di partenza possa variare anche 82 volte in stagione (come dichiarato da Gentry), e stavolta non per via degli infortuni, ma per la reale possibilità di schierare quintetti diversi a seconda dei match-up con la squadra avversaria. Potrebbe risultare produttivo nel complesso, responsabilizzando tutti e rendendo ognuno protagonista, chi più chi meno. Ma anche questo rientra nella mia visione ottimistica delle cose, potrebbe essere un'altra stagione tremenda, piena di infortuni, morti improvvise, assenza di gioco, lamentele degli hater e così via. 
Staremo a vedere, se questi Pelicans sono finalmente pronti a spiccare il volo o continueranno a rimanere impantanati nelle paludi della Louisiana.

#TakeFlight