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domenica 16 ottobre 2016

IT'S ALMOST SUNNY IN PHILADELPHIA

Giugno 2013. IL BIVIO



Poco più di 3 anni fa, seduti intorno a un tavolo nella città dell'amore fraterno, il proprietario di maggioranza dei Sixers Joshua Harris e l'appena incaricato GM Sam Hinkie presero la decisione che ha poi rivoluzionato la lega: perdere deliberatamente e senza ritegno, al fine di ottenere il peggior record e avere quindi più possibilità di accaparrarsi i pezzi migliori del Draft, l'annuale "cerimonia" con cui le franchigie NBA scelgono i migliori prospetti americani ed europei, rendendoli quindi giocatori professionisti. All'epoca non vi era tempo per le mezze soluzioni, l'alternativa al tanking era ripartire dalla base discretamente povera di cui erano già a disposizione, che nel migliore dei casi li avrebbe portati ad una semifinale di conference. Ma le ambizioni erano diverse, la soluzione che allora sembrava la più drastica poteva rivelarsi, teoricamente, di gran successo a lungo termine, e ciò bastò a Harris per dare via libera a Hinkie per attuarla: via tutti e tutto ciò che sul mercato era considerato un asset ( ovvero una merce di scambio con interesse in giro per la lega)  per ricavare scelte in sede di draft. Ovviamente lo scetticismo dilaga tra tifosi e non, questa strategia così estrema vuol dire inimicarsi la stessa lega a tal punto di considerare l'idea di prendere provvedimenti per impedire il tanking. Eppure, Hinkie gode di stima tra gli addetti ai lavori, il suo lavoro sulle advanced stats come GM in seconda a Houston non è passato inosservato, la maggior parte dei tifosi di Philly si convince che sia la strada giusta e "Trust the process" diventa il motto ufficiale dei Sixers.

Giugno 2014. IS THIS THE RIGHT WAY?
e pensate che il ragazzetto è anche cresciuto nel frattempo...

The process è letale, tremendo, non fa prigionieri; il miglior giocatore in squadra, ovvero Jrue Holiday, era già stato tradato senza troppi problemi a New Orleans in cambio di Nerlens Noel (scelta dei Pelicans in quel draft) e di una prima in lottery nel 2014. A un anno di distanza, nel quale Phila ha stracciato molti record in negativo e terminato con il peggior score della sua storia, la fiducia nel process comincia a vacillare, specie dopo che la lottery gli ha rifilato un discreto scherzetto estraendo solo la pick #3 per i Sixers. Poco male comunque, per uno dei draft più ricchi degli ultimi anni; la scelta si concretizza in Joel Embiid, lungo senegalese da Kansas con un upside infinito e un fisico spaventoso, decisamente il miglior prospetto disponibile in quella posizione, e né la presenza di un altro potenziale lungo di livello come Noel né l'infortunio al piede che gli impedirà di giocare l'INTERA stagione possono intralciare la scelta. Ha le idee chiare, Hinkie. Qualche mese dopo, nel momento in cui può ricavare asset da Michael Carter-Williams, rookie dell'anno in maglia Sixers, lo scambia con Milwaukee. MCW è un play atipico, per caratteristiche fisiche è un giocatore estremamente duttile in grado di marcare fino a 3 ruoli, ma non è affidabile dalla lunga distanza e ha eccessivamente bisogno della palla per produrre qualcosa in attacco. Ergo, è tutto tranne che imprescindibile. Con questo, viene inflitto un altro duro colpo alla fiducia dei tifosi di Philly, che a fine stagione dovranno anche mandare giù il secondo peggior record nella loro storia.

Giugno 2015. ARE YOU KIDDING ME?


Proprio la faccia di uno felice.

Per l'ennesima volta, le probabilità di scegliere futuri all-star è molto alta per chi ha la possibilità di scegliere con le prime pick. Fatto sta che, per il secondo anno di fila, Phila è costretta a scegliere con la #3, e di conseguenza costretta ad "accontentarsi" di ciò che Minnesota e i Lakers lasceranno. Minnie va, come prevedibile, con Karl-Anthony Towns da Kentucky; quando tocca a L.A. scegliere, la strada sembra delineata, la possibilità di costruire una front-line sotto canestro futuribile e di talento come Randle-Okafor (chiudendo un occhio o anche due per le sicure carenze difensive dei due) è troppo appetitosa per lasciarsela sfuggire. Ed è qui che arriva la doccia fredda per Hinkie e tutto il popolo Sixers, Silver chiama D'Angelo Russell, play in uscita da Ohio State che aveva fatto il bello e il cattivo tempo la stagione precedente, salendo prepotentemente nei vari mock draft. E non c'è tempo per metabolizzare la cosa; la loro chiamata è la prossima ma l'obiettivo principale è andato. La pick arriva e spiazza tutti, ma la sensazione è che Hinkie non abbia tentennato, ha semplicemente seguito la sua strategia, Jahlil Okafor è di certo il miglior prospetto ancora libero (lui preferirebbe non esserlo, invero). Non vi era ancora stato modo di trovare una soluzione al dualismo tra Embiid e Noel che il prodotto di Duke si aggiunge a questa intricata situazione, provocando anche sempre più voci di possibili trade per uno dei tre. Sembrava il punto di svolta di "the process", e invece si torna al punto di partenza.

Aprile 2016. 



L'asse di lunghi definitiva.

E' un anno terribile per tifare Sixers, in tutti i sensi. Embiid ha una ricaduta al piede e salta per la seconda volta l'intera stagione senza aver ancora mai messo piede su un parquet NBA, Dario Saric (scelta del 2014 by New Orleans, dalla trade per Holiday) è rimasto in Europa ed è ancora indeciso sul compiere o meno il grande salto, Okafor e Noel mostrano segni di insofferenza fuori (colpire un tifoso per il primo e chiedere esplicitamente una trade per il secondo) e dentro il campo, trovandosi spesso in difficoltà dovendo giocare nello stesso raggio d'azione. Eppure c'è la sensazione che per il tanking la fine sia ormai certa, si avverte che in quel ragazzo da LSU di nome Ben Simmons ci sia qualcosa di speciale, qualcosa in grado di rendere Phila la squadra che Hinkie, e ormai tutti i tifosi vorrebbero. Si annientano tutti i record negativi conosciuti nella lega, si continua a perdere senza ritegno ma lo si fa, finalmente, vedendo la luce in fondo al tunnel. Improvvisamente, però, arriva il fulmine a ciel sereno: con una lettera di 7000 parole Hinkie chiede le dimissioni da GM per evidenti incongruenze tecniche e tensioni con il neo-Chairman of Basketball Operations Jerry Colangelo. Pochi giorni dopo, Hinkie viene sostituito da Bryan Colangelo, già GM di Raptors e Suns e, ovviamente, figlio di Jerry. Dev'essere dura dar vita una strategia così a lungo termine e vedersi scavalcato nel momento di svolta da una figura incombente come quella di Colangelo, e da un punto di vista umano dispiace molto per Hinkie, personalmente. Ma The process, nonostante tutto, rimane, e va avanti.

Adesso.

Nessuna sorpresa per quest'anno, la lottery del 2016 premia i Sixers, il che vuol dire solo una cosa: Ben Simmons. Non solo, avendo a disposizione anche la #24 e la #26, Phila chiama due prospetti europei estremamente talentuosi, ovvero Furkan Korkmaz e Timothè Luwawu. Colangelo fa, obiettivamente, un eccellente lavoro in sede di Draft e si appresta a operare anche in Free-Agency, che da qualche anno vedeva i Sixers meri spettatori di tutti i vari movimenti di giocatori in giro per la Lega. E Colangelo passa con buoni voti anche l'esame della FA, firmando per Coach Brown:
-Jerryd Bayless, un buonissimo comprimario,ideale come spot-up shooter e difensore arcigno di fianco ad accentratori di gioco; 
-Sergio Rodriguez, play di rottura dalla panca con un'intelligenza e un talento rarissimi, una meraviglia in movimento per gli esteti del gioco
-Gerald Henderson, altro buon comprimario in grado di essere pericoloso in attacco senza palla e di difendere forte sugli esterni avversari
Sembra chiaro che la direzione verso cui Philly sta andando è assegnare completamente le chiavi della squadra (leggi, la palla) a Simmons, sperando che le sue spalle da rookie siano sufficientemente larghe da reggere questo peso. 

La prima fase di un gran progetto è chiusa, non ci resta che metterci comodi e goderci Phila, come ai tempi di Iverson.

UPDATE: Pare che Simmons si sia rotto un piede, e che sia destinato a star fuori fino a Gennaio, se non oltre a causa di spinte esterne (il suo danarosissimo agente Rich Paul). 
E niente regà, il sole adesso splende a Philadelphia.  Ma 'na gioia a sti tifosi Sixers mai eh?

                                                                               

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