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sabato 12 novembre 2016

Thumbs up for Milan!

Milano è alle porte di una settimana durissima, con 4 gare in 8 giorni e le 2 partite con Baskonia e Stella Rossa saranno quelle che riveleranno a cosa l'Olimpia può ambire in Eurolega per quest'anno. Per adesso il record è perfettamente in pari, l'unico punto negativo si può considerare quello tedesco di Bamberg, quando un calo mentale dei biancorossi ha consegnato la vittoria al Brose. Analizziamo l'inizio di stagione milanese nel dettaglio, partendo, chiaramente, dal più chiacchierato.

L'estate di Gentile è stata... particolare. Partire, o meglio, lasciare con l'idea di dover proseguire la propria carriera a Houston e vivere il sogno NBA e tornare invece a Milano con la coda tra le gambe dopo il rifiuto dei Rockets non dev'essere stato bello. Per di più, il rapporto con i tifosi dell'Olimpia è diventato freddo, complice il presunto futuro addio, il Gentile in lacrime (e dominante) che prometteva di non lasciare la squadra fino a che non avrebbe riportato lo scudetto all'ombra della Madonnina sembra solo un pallido ricordo. Il preolimpico con la nazionale è stata un'altra brutta parentesi, io stesso ammetto di aver rischiato l'omicidio nel vano tentativo di difenderlo dagli insulti, sugli spalti a Torino. In ogni caso, Ale è incriticabile dal punto di vista del giocatore, la scelta di passare settimane in California ad allenarsi con lo shooting coach Mike Penberthy gli fa onore, vuol dire essere consapevole delle proprie carenze e allenarsi per migliorare.
Quindi, in questo momento della stagione dovremmo aspettarci un Alegent in contrasto con i tifosi ma migliorato al tiro, giusto? Beh, più o meno.
Il rapporto con i tifosi si è, se possibile, solidificato e la cosa è venuta fuori abbondantemente quando Proli ha deciso di togliergli la fascia per assegnarla a Cinciarini. E il tiro è, se possibile, peggiorato in maniera scandalosa. E non è più un discorso confinato al tiro pesante, che bene o male, continua a soffrire degli enormi problemi di meccanica, ma si è espanso anche al tiro dalla lunetta, che fino agli scorsi playoff era uno dei punti di forza del gioco del figlio di Nando. Allargando il discorso all'impatto globale di Gentile invece, probabilmente Ale raramente è stato tanto decisivo quanto adesso. Ma come, possibile? Pare di sì. Per giocare il minimo in carriera di minuti e per di più in una squadra costruita e immaginata senza di lui, è tanta roba quello che sta facendo finora : molti meno isolamenti che rischiano di mettere fuori gioco i compagni, più intelligenza nel gestire i propri possessi cercando spesso il tiro dalla media distanza, ormai diventato IL suo tiro.

Milano è una squadra che può prescindere da Gentile, e questo non può che essere un vantaggio in chiave europea, presuppone quindi che ci siano altri giocatori in grado di prendere la squadra per mano nei momenti di difficoltà.
Nelle idee della dirigenza milanese, le personalità in grado di prendere il posto di Gentile tecnicamente e tatticamente erano più di una. Per primo Rakim Sanders, MVP delle ultime 2 finali scudetto, ultimo esempio della filosofia di mercato "se non puoi batterli, prendi i loro giocatori migliori". A dirla tutta, Rakim ha poco da invidiare ad Ale, se non l'età e l'upside: un armadio a 3 ante con uno strano rapporto con i liberi ma tiratore perimetrale clamoroso, capace persino di giocare da 4 nonostante superi a malapena i 190 centimetri. Sono le meraviglie che un fisico del genere permette, una variante tattica di cui Repesa, volente o nolente, deve utilizzare spesso a causa del reparto lunghi troppo corto per l'Eurolega. Non è necessariamente una soluzione negativa, anzi: Sanders ha dimostrato di essere intelligente al punto giusto per saper sfruttare nei confronti dei 4 avversari il vantaggio che la sua agilità gli conferisce, ma i problemi sono soprattutto nella sua metà campo e nei pressi del ferro. Da 3 ha totalmente un'altra dimensione, attacca il ferro con facilità e punisce meglio sugli scarichi, senza soffrire i pariruolo.

Un altro che avrebbe dovuto/potuto oltrepassare Gentile per importanza all'interno di squadra e che invece tarda a ingranare è Kruno Simon, con tutte le attenuanti del caso. La classe e il talento rimangono cristallini, l'impressione è che abbia poca benzina dopo un anno ad alti livelli in Europa più tutta l'estate con la nazionale; è per certi versi irritante la differenza di rendimento tra campionato ed Eurolega, e non è una differenza di impegno, ma piuttosto una dimostrazione lampante che su suolo italiano non serve nemmeno impegnarsi al massimo per fare la differenza, almeno per uno come lui. Serve che si metta in gioco, entri in ritmo giocando meno palloni e facendosi trovare pronto off the ball, che eviti passaggi in salto (il 98.8% delle sue palle perse) e dimostri di essere leader. Anche perché per colpa sua Rio l'abbiamo vista dal divano.

                                                                                    Dov'è il problema di Milano?
Milano ha problemi in regia ma non ha problemi di gioco. Paradossale, ma vero. Ricky Hickman è un gran bel giocatore, che però nasce guardia e si evolve come tale, adattarlo da play è una soluzione che ha applicato Obradovic per primo nel momento in cui ha dovuto fare a meno di Sloukas per via di un infortunio. Ovviamente, Hickman non ha nulla a che fare con le combo americane che infestano le squadre europee, essendo un giocatore di intelligenza sopraffina; gli mancano proprio gli istinti da play, la.sua gestione della palla sfocia spesso nell'autosufficienza, crea molto per sé ma poco per i compagni. Ma questo diventa un problema molto meno grave di quanto si pensi, considerata la mole di gioco creata dagli altri esterni, tutti in grado di muovere le difese, creare mismatch, muoversi tra i blocchi e/o concludere in proprio. E dell'enorme potenziale offensivo dell'Olimpia Repesa ne è al corrente, ma con rotazioni cervellotiche e fin troppo elaborate, finisce più volte per mandare i suoi fuori giri e impedisce loro di andare in striscia. Ed è qui che va ricercata la ragione del pessimo inizio di Mantas Kalnietis.
Il lituano era stato manna dal cielo l'anno passato nel momento in.cui la mediocrità targata Cinciarini-Lafayette investì in tutta la sua potenza la stagione milanese, e dopo un estate con la nazionale (con la quale ha contribuito al pari di Simon ad allontanare l'Italia da Rio, solo un anno prima) è tornato acciaccato e fuori forma, faticando a ritrovare quest'ultima e soprattutto ritmo partita, proprio a causa della gestione del lituano da parte di Repesa.

Per fortuna (o purtroppo), lo stesso tipo di rotazione è inapplicabile con i minutaggi dei lunghi, essendo questi solo in 4. Diciamo anche che da quello che doveva essere il maggior problema nelle previsioni di inizio stagione, ovvero il reparto lunghi, sono arrivate le note più positive per Repesa. È vero, l'assenza di un lungo verticale in grado di proteggere il ferro e facile da innescare sul p'n'r si sente ugualmente, ma mai come in queste prime partite la coppia McLean-Macvan si è dimostrata così complementare, produttiva e di livello per la competizione. E questo è per diversi motivi una notizia tanto positiva quanto inaspettata: il serbo, nei piani originali di inizio estate nemmeno doveva far parte del roster, è tornato come ripiego viste le difficoltà nell'arrivare a Bargnani, e in più ha passato l'estate con la selezione di Sale Djordjevic. Invece di accusare gli stessi problemi di Simon e Kalnietis, Macvan sta giocando il basket migliore da tanti anni a questa parte, dominando in attacco sia spalle che fronte a canestro e dando presenza a rimbalzo, anche giocando da 5 in situazioni di quintetto piccolo. McLean è sempre stato considerato come prototipo del centro moderno, atletico e in grado di tenere i piccoli sui cambi, ma un atteggiamento talvolta irritante e la mancanza di centimetri lo ha sempre frenato, mentalmente e tecnicamente. Ciò che sta facendo finora è la dimostrazione di poter essere quel giocatore: pochi hanno il suo stesso impatto in difesa e a rimbalzo, il lavoro che fa sugli show difensivi (necessario e imprescindibile per i meccanismi difensivi di Repesa), e sul tagliafuori con gente molto più grossa di lui è straordinario, così come è straordinaria la facilità con cui trova i suoi punti: tap-in, su ricezione profondo sotto canestro, dopo il roll con timing perfetto sul p'n'r e diverse altre situazioni spazzatura in cui trova il modo di prendere fallo. In una parola, impeccabili.

La nota dolente è rappresentata da un altro serbo, quello preso presumibilmente per far saltare il banco, e che invece per adesso riesce a far saltare solo le pa... quelle. Coinvolto ma poco continuo in attacco, condizionante in difesa a causa della poca mobilità laterale. Potenzialmente Miro avrebbe le carte in regola per far collassare difese intere nel pitturato, e in questo senso si.hanno segnali incoraggianti dopo ieri sera, ed è importante anche che la squadra riesca a non fare un passo indietro difensivamente con lui in campo, tenga la stessa intensità e non soffra troppo a rimbalzo, cosa peraltro successa raramente in Europa. Anche perché se calano di livello difesa e rimbalzi si gioca minimo ai 150 punti ad ogni partita.
Veniamo all'ultimo punto sulla lista: il rendimento degli italiani. Fintanto che sarà obbligatorio in Italia rispettare le quote panda, ovvero minimo 5 nazionali in squadra, sarà durissima per Milano costruire una squadra competitiva, a meno che non riesca ad arrivare agli NBA ed ex. E il motivo per cui è necessario il turnover, ruotare i giocatori lasciando qualcuno fuori, cosa che Milano ha sperimentato l'anno scorso e ripresentato quest'anno. Stavolta però la differenza la fa il livello degli italiani in squadra: Pascolo è riuscito a vincere anche gli ultimi scettici sul suo impatto in Eurolega, la sua atipicità e unicità gli permettono di tenere egregiamente il campo anche in Eurolega, facendosi trovare sempre pronto quando chiamato in causa con nessuna apparente difficoltà in attacco. Per quanto riguarda Abass, va fatto un elogio a Repesa per la gestione del ragazzo. Abi ha il fisico e il talento per diventare un pilastro della nazionale in futuro, ma già adesso può risultare utilissimo come specialista sui due lati del campo: la scelta di spedirlo sull'handler della squadra avversaria è la perfetta dimostrazione di quanto il coach croato tenga in considerazione le capacità difensive dell'ex-Cantù, e le opportunità di tirare non mancano di certo considerato quanti a roster sono capaci di creare vantaggio e attirare raddoppi per poi scaricare fuori.

L'Olimpia ha il miglior roster da anni a questa parte, le potenzialità si sono finora solo intraviste, far canestro non è un problema e per adesso nemmeno tenere botta a livello fisico lo è. Serve fare uno step in avanti nella propria metà campo, troppe volte sugli show difensivi dei lunghi la difesa perde un giro e lascia solo un avversario, mentre sul p'n'r avversario urgono seri accorgimenti per evitare di consentire punti facili al rollante. La zona finora si è vista raramente, e direi a ragione, vista la malata tendenza delle squadre che giocano contro Milano a bombardare dall'arco. Proli ha dichiarato di avere sempde gli occhi vigili sul mercato in cerca di un lungo che dia più riposo a quelli già a roster (qualcuno ha detto Tavares?) e l'idea non è affatto malvagia: Sistemerebbe una delle poche cose che servono all'Olimpia ora, il resto è tutto nelle mani dei giocatori. Delle belle mani, finalmente.


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